lunedì 30 luglio 2012

Mostriciattoli e fenomeni da baraccone...

Seconda settimana dalla nascita del blog!
Sembra anche che qualcuno lo stia leggendo...grazie mille e continuate così....
Allora, siccome nei 2 prossimi post ho in mente di trattare cinema contemporaneo (o perlomeno degli ultimi vent'anni) oggi facciamo un altro bel saltone indietro e parliamo di....Freaks!!!!
Freaks è uno dei miei film sorpresa, uno di quelli che scopri per caso e che, per un motivo o per l'altro (bellezza, singolarità, bizzarria), non riesci a dimenticare.
Uscito nel '32, riporta le vicende di un gruppo di artisti del circo, molti dei quali menomati o deformi, e della tragica storia d'amore del nano Hans per la bellissima, malvagia e "normale" trapezista Cleopatra.
Quando il nano dal cuore tenero eredita una grossa somma di denaro, la scaltra approfittatrice accetta di sposarlo, per poi ucciderlo e fuggire con i soldi e il suo amante Hercules. Le cose però non vanno come previsto: alla cena delle nozze, Cleopatra insulta pesantemente gli amici di Hans, definendoli appunto "freaks", mostri, aborti, fenomeni da baraccone. Resi sospettosi dal comportamento della donna, i freaks scoprono le sue intenzioni, salvano Hans da morte certa e inseguono i due amanti: la loro vendetta è spietata. Hercules sarà evirato e ucciso, Cleopatra perderà un occhio, gambe e lingua, e sarà destinata a comparire al pubblico come "donna gallina": alla fine diventerà ciò che la spaventava di più, una freak, una di loro ( « Gooble, gobble, we accept her, we accept her, one of us, one of us!. » )

Film maledetto, subì una grossa censura, soprattutto quando provocò un aborto spontaneo a una spettatrice, ma è ancora oggi molto amato dai maniaci del genere.
Il regista è Tod Browning, che l'anno prima aveva diretto Bela Lugosi in Dracula (se volete approfondire la questione horror/perverso/B-movie, guardate Ed Wood di Tim Burton...sull'argomento Burton tornerò più e più volte in futuro).
La prima cosa che ho fatto dopo aver visto il film è stata passare una buona mezz'ora su internet a cercare informazioni sugli attori: non potevo credere che quei "mostri" fossero veramente esistiti, soprattutto perchè nel film vengono trattati con rispetto e umanità, cosa che adesso è segno di intelligenza e civiltà, ovviamente, ma che negli anni '30 non era così scontata.
Tra i partecipanti al film ricordiamo:
- Harry Earles e la sorella Daisy, che nel film interpretano Hans e la fidanzata Frieda; i due attori, insieme alle sorelle Gracie e Tiny (tutti affetti da acondroplasia), avevano fondato la compagnia teatrale "The doll family"
- Prince Randian, detto anche "Il lombrico umano", nato senza gambe nè braccia, ma capace di rollarsi e accendersi una sigaretta da solo
- il microcefalo Schlitze
- le gemelle siamesi Daisy e Violet Hilton
- Frances O'Connor, la ragazza senza braccia
- Johnny Eck, il ragazzo senza gambe
Buona parte di questi attori ebbe una lunga carriera nell'ambito  teatrale e circense, riuscendo a sfruttare le proprie particolarità in uno dei pochi modi possibili all'epoca. Fieri della propria diversità, ne avevano fatto motivo d'orgoglio e non si ritenevano inferiori agli altri per questo.
Dalla conoscenza di queste vite al limite si può trarre una sola lezione: per vivere meglio e a lungo bisogna accettarsi.


sabato 28 luglio 2012

La trilogia di Apu

Bene, oggi parliamo di cinema indiano. Prima di Bollywood.
La trilogia che tratteremo, composta da Il lamento sul sentiero, Aparajito e Il mondo di Apu, è veramente una cosa da maniaci del genere, almeno negli ultimi tempi. I tre film, girati dal regista indiano Satyajit Ray tra il 1955 e il 1959, sono ambientati negli anni '20-'30 e raccontano le vicende di Apu (che non è quello dei Simpson e neanche mio cognato, soprannominato così da mia sorella) dalla sua nascita fino alla paternità.
Ne Il lamento sul sentiero, veniamo a conoscenza della famiglia di Apu, composta da genitori e sorellina; il padre, sacerdote e uomo di lettere, guadagna ben poco e la madre porta avanti la casa con modestia e preoccupazione. I pochi privilegi sono riservati al figlio maschio Apu (classico), mentre la sorella maggiore Durga viene istruita, controvoglia, ai lavori di casa da brava femmina. Molto toccante il personaggio della zia Indir, vecchia gobba e rugosa, fotografata con un realismo sconcertante e senza alcuna paura di mostrare la verità, che vive un rapporto litigioso con la madre di Apu, timorosa di non riuscire a nutrire i figli per mantenerla.
Il film chiude con la morte di Durga, ammalatasi durante un temporale, mentre il padre era in viaggio per lavoro.
Aparajito, secondo capitolo, apre con l'arrivo di Apu e i genitori a Benares, trasferitisi in cerca di un futuro migliore e per dimenticare le sofferenza patite. Ma le cose non vanno meglio: anche il padre muore e il ragazzo rimane con la madre. Allievo brillante, Apu rinuncia alla carriera di sacerdote cui vorrebbe avviarlo la madre e parte per Calcutta, dove lavora duramente per continuare a studiare.
Nonostante la fatica, per la prima volta nella vita qui si sente nel suo elemento; riduce al minimo le visite alla madre che, un po' per malattia un po' per solitudine, muore senza riuscire a salutarlo un' ultima volta.
Se nei primi due film l'interesse di Ray era quello di catturare la situazione della famiglia di Apu, in modo quasi neorealistico ma venato di poesia (anche grazie all'abile uso delle musiche), in Il mondo di Apu c'è uno scavo psicologico maggiore del protagonista, divenuto ormai adulto. In seguito a un incidente del destino, gli tocca in sposa la bella Aparna, conosciuta la sera delle nozze; per mantenerla, Apu si barcamena in diversi lavori. L'amore che sboccia tra i due è sincero e molto romantico, culminato dall'arrivo di un figlio. La ragazza però muore di parto e Apu, sconvolto, lascia il bambino ai suoceri e fugge: solo cinque anni dopo troverà la forza di reagire, conoscere il figlio e affrontare le sue responsabilità di padre.
Lo so, raccontata così viene da pensare che Apu porti un po' sfiga, vista la quantità di gente che gli muore intorno; può anche essere, ma l'importante è ciò che questi film lasciano allo spettatore.
Emozioni forti, ricordi toccanti, atmosfere poetiche e nostalgiche, bellissime immagini tratte dalla realtà: guardare Ray è come affacciarsi sull'India, respirane i profumi, conoscerne i lati belli e quelli più crudeli, ma il messaggio finale è di speranza in un futuro migliore.

giovedì 26 luglio 2012

Persepolis

Come al solito anche ieri notte sono andata a letto tardi. Non perchè fosse il compleanno della mia migliore amica e avessimo cenato a birra (una meravigliosa Chimay Cinq Cents) e fritto misto abbondante: a mezzanotte meno dieci ero a casa.
Il problema è che sul mio comodino sono solitamente impilati dai 2 ai 5 libri che leggo contemporaneamente. Adesso ospita, in ordine dal basso verso l'alto, Dune di Frank Herbert (è lì più o meno da quattro mesi, prima o poi lo finirò...), l'opera completa del teatro shakespeariano, Metropolis di Thea von Harbou (sceneggiatrice dell'omonimo film e moglie di Lang) e in cima a tutti Caffè Babilonia di Marsha Mehran. Come ogni libro che parli di storia e cucina, mi ha catturato e non riesco a smettere di leggerlo. Me l'ha prestato mia sorella qualche giorno fa (anche lei ama questo genere di cose) e devo dire che mi sta piacendo moltissimo: è la storia di tre sorelle iraniane che, negli anni 80', aprono un ristorante in un grigio paesino irlandese e con le loro ricette esotiche portano un po' di calore alla gente del posto, scacciando la diffidenza dalle loro menti e la monotonia dalle loro membra vessate dal clima freddo e umido. Ovviamente si scava anche nella storia personale di Marjan, Bahar e Layla, dalla morte dei loro genitori, la fuga da Teheran alla vigilia della rivoluzione a tutte le peripezie vissute dalle ragazze.
Leggere il libro mi ha ricordato un film che ho visto poco tempo fa e che mi ha rubato il cuore: Persepolis, di Marjane Satrapi. Il film d'animazione del 2007 è la trasposizione cinematografica del fumetto (sempre della Satrapi), che altro non è che l'autobiografia dell'autrice.
La storia comincia con Marjane bambina, che vive attraverso tutti gli sconvolgimenti dell'Iran prerivoluzionario fino alla caduta della monarchia nel '79 (la Satrapi aveva una decina d'anni), prosegue con la sua adolescenza e tutte le restrizioni del nuovo regime, e finisce con una Marjane ventiduenne che lascia definitivamente famiglia, marito (sposato troppo presto e troppo in fretta, solo per poter camminare insieme per strada) e paese per potersi costruire un futuro migliore.
Mi ha colpito la delicatezza con cui la Satrapi riesce a raccontare anche le cose più brutali e il fatto che la percezione della realtà cambi mano a mano che la protagonista cresce. Il modo semplice ma onesto con il quale i genitori raccontano ciò che sta succedendo a Teheran alla piccola Marjane è un ottimo esempio di come, secondo me, bisognerebbe parlare con i bambini (inutile tacere certe cose perchè sono brutte, meglio spiegarle e parlarne assieme, altrimenti succede che le nuove generazioni non sanno neanche cos'è successo in Italia negli ultimi anni e la cosa, francamente, non lascia ben sperare sul futuro).
Io non ero ancora nata quando c'è stata la rivoluzione in Iran, a scuola nessuno me l'ha mai spiegata e quello che sapevo a riguardo veniva da discorsi fatti in casa, qualcosa visto in televisione (tipo Soraya con Anna Valle, per capirci) e studio individuale per l'esame di storia contemporanea all'università; tralasciando il discorso su quali avvenimenti dovrebbe includere il programma di storia, penso che questo film fornisca un affresco ben preciso su quel periodo dell'Iran e del Medio Oriente. Sono cose accadute neanche tanto lontano da qui, non così tanti anni fa: forse sarebbe bene conoscerle.



lunedì 23 luglio 2012

Méliès, Scorsese e viaggi sulla luna

Ci ho pensato su tutto il giorno e alla fine ho deciso che per iniziare in bellezza bisognava partire dalle origini del cinema, quindi da...Georges Méliès.
Sì, lo so che il cinema nasce con i fratelli Lumière la sera del 28 dicembre 1895 al Grand Cafè sul Boulevard des Capucines eccetera eccetera, ma gli inventori si erano limitati a riprendere scene che si trovavano davanti agli occhi, non c'erano "attori", anzi alcune delle persone filmate facevano ciao ciao con la manina e guardavano fisso in camera con lo sguardo baldanzoso, un po' come facciamo adesso noi con i filmini delle vacanze...
Una delle poche (forse l'unica) scena "preparata" è  L'arroseur arrosé, quella poi copiatissima gag dove c'è il giardiniere che annaffia le piante, un simpaticone dietro mette un piede sulla canna dell'acqua, l'altro guarda nel tubo e finisce annaffiato...
Méliès è un'altra cosa.
Prestigiatore e illusionista, era presente la famosa sera al Boulevard des Capucines e rimase tanto impressionato dal nuovo marchingegno che se ne fece costruire uno identico.
Applicò al cinema tutti i suoi migliori trucchi di magia e inventò storie fantastiche per impressionare il pubblico. Fu pioniere di diverse tecniche cinematografiche, fondamentale il montaggio (bisogna saper dove tagliare la pellicola per far sparire un personaggio dallo schermo), ma anche sostituzione, dissolvenza ed esposizione multipla. Le sue pellicole venivano colorate a mano una ad una (pensate che noia...)
Ad oggi viene celebrato come l'inventore degli effetti speciali.
Dunque, niente Méliès, niente Guerre Stellari, niente Blade Runner, niente Matrix.
I suoi film (ne fece oltre 1500, ne sono rimasti pochi) sono deliziose e divertenti scenette dove la gente si moltiplica, scompare o ha strane esperienze in luoghi misteriosi.
Il più noto è certamente Le Voyage dans la Lune del 1903, ispirato al romanzo di Verne: un'allegra combriccola di simil-scienziati parte, centra con l'astronave l'occhio della Luna (dai che ce l'avete presente!!!) e viene assalita dai Seleniti (acrobati delle Folies-Bergère).
Quello che sto dicendo non vi è nuovo? Probabilmente siete stati al cinema a vedere Hugo Cabret (2011) di Scorsese, film molto bello tratto dal libro di Brian Selznick (La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, 2007). Ad interpretare il giocattolaio scorbutico, che poi si scopre essere l'ormai anziano e dimenticato Georges Méliès, c'è sir Ben Kingsley, ottimo come suo solito.
Bene, che altro posso dirvi se non consigliarvi di avventurarvi nelle sabbie del tempo e guardare qualcuno di questi film...sono cortissimi (da pochi secondi a un massino di 40 minuti,  Le Voyage dans la Lune dura in media 15 minuti), facilmente reperibili via etere e vi strapperanno almeno un sorriso.

P.S. Ieri sera io e il mio moroso (termine tipicamente emiliano) abbiamo guardato Into the Storm - La guerra di Churchill, film tv del 2009, diretto da Thaddues O'Sullivan, che racconta gli anni di guerra da primo ministro di Churchill. Protagonista è Brendan Gleeson, scelta secondo me molto azzeccata (e anche truccatori molto bravi, a momenti non lo riconoscevo).
Purtroppo si era fatto tardi e io avevo davanti mezz'ora di viaggio per tornare a casa, quindi l'abbiamo stoppato a 40 minuti dalla fine rimandando il seguito alla prossima volta, però fino ad ora mi è piaciuto abbastanza e lo consiglio a chi è interessato a questo genere di storie.













































domenica 22 luglio 2012

In principio era il caos...

In principio era il caos...no, non voglio citare Esiodo, ma stamattina c'era molto caos nella mia testolina quando combattevo davanti al computer per cercare di aprire il blog.
A dire la verità, è un po' di tempo che c'è caos nella mia mente: come la facciamo fruttare questa laurea? continuo a studiare? cosa voglio fare VERAMENTE in futuro? come posso raggiungere i miei obbiettivi?
Necessita fare un po' di ordine, e l'unico modo da me contemplato è affrontare un problema per volta.
Mi piace scrivere e c'è chi dice che lo faccio anche bene...in attesa di riuscire a trovare determinazione/ispirazione/giusta configurazione astrale per scrivere il capolavoro della mia vita (su cui rimugino da ben 9 anni), ho deciso di provare a scrivere delle mie passioni.
In testa troviamo il cinema, seguito a ruota dalla letteratura, dal teatro, da qualunque espressione culturale riesca a rapirmi...
Preparatevi quindi alle mie recensioni, a volte sognanti, a volte entusiaste, a volte anche un po' cattivelle, ma sempre oneste.
Oggi però è domenica, quindi ora mi rilasserò e  guarderò un bel filmino che vi racconterò domani, perchè tutte le nuove e più belle esperienze si iniziano di lunedì  (diete a parte) e poi ora non ci voglio pensare, ci penserò domani, perchè dopotutto...domani è un altro giorno!